lunedì 31 marzo 2014

Berlin City Toilet

Se nell'ultima storia pubblicata si raccontava dell'invasione dello spazio privato delle persone, in questo post mi sento in dovere di riportare l'esperienza in quello che è senza dubbio il bagno più condiviso che ci possa essere: la toilette pubblica, e nello specifico le versione berlinese di essa.
Oggetto piuttosto raro nelle principali città italiane, (ne parlai nella prima storia pubblicata, questa)
la City Toilet è un ornamento non desueto nel paesaggio urbano della capitale tedesca, anche se non è mai facile trovarne una quando se ne ha davvero bisogno. Sono abbastanza sicuro, tramite studi e ricerche, che l'assessore ai cessi pubblici nutra un naturale odio verso le persone che devono espellere i propri “pensieri” dato che dette toilette si trovano spesso in posti poco trafficati o nascosti della città.
Il mio primo approccio con uno di questi bagni pubblici è avvenuto piuttosto tardi, soltanto qualche giorno fa mentre sto camminando verso casa nel cuore della notte, dato che ho fatto casino con i mezzi pubblici. Nel mio vagare per le buie e deserte vie di Berlino, mi imbatto nella tipica cabinona bianca con l'insegna luminosa “City toilet”; Mosso più da curiosità che da reale bisogno (una volta tanto nessuno bussava alla mia mutanda), mi avvicino a quella che tanto somiglia alla cabina suicidio di Futurama. La guardo e mi concentro sul piccolo display luminoso posto al lato della porta: un touch screen dove è possibile selezionare la lingua e visualizzare il prezzo che è di 0,20 € (che si scrive uguale in qualunque lingua, ma vabbè). Decido di fare questo investimento ed entrare nel cabinotto. Segue scena da film: come la moneta cade nella gettoniera succedono due cose, parte una musichetta tipicamente lounge da dentro e si sente un rumore di pistoni che scaricano la pressione. La porta scorrevole lentamente si apre ma non esce alcun fumo d'atmosfera e nemmeno un astronauta. Io entro e studio l'ambiente; innanzitutto la musichetta lounge dura soltanto una ventina di secondi e continua in loop; nonostante l'ambiente appaia relativamente pulito è impossibile non avvertire la puzza di fogna che circonda il tutto. Data un'occhiata al normalissimo e quasi pulito water, mi concentro su ciò attira di più la mia attenzione: il Periscopio. Posizionato davanti al water ma, chissà perchè, un po' spostato sulla destra, scende dal soffitto un blocco d'acciaio che termina esattamente davanti alla faccia di chi è seduto sul water. Qui ci sono tre grandi pulsantoni: uno è quello dello scarico, il secondo ed il più bello è quello dove vi è dipinta una clessidra e la scritta “+20min” e terzo, e mi scuso, di cui non sono proprio riuscito a capire l'utilità. Il Periscopio, oltre ad essere curioso di suo, ha due particolarità che lo rendono magnifico quanto inutile: i pulsantoni appena descritti sono replicati anche sul lato opposto dell'aggeggio, quello che dà sulla porta, e soprattutto, il Periscopio (da qui il nome) si può alzare!! Per qualche oscuro motivo ai lati ci sono due maniglie che se premute, fanno scattare due leve che lo spostano contro il soffitto del bagno. Inspiegabile ma divertente.

Passo cinque minuti a giocare con il Periscopio, tiro lo sciacquone come segno del mio passaggio e premo il pulsante per aprire la porta, l'astronauta questa volta esce nel mondo reale e per una volta, fiero di non aver fatto nulla.

lunedì 17 marzo 2014

Lo zen altrui

Nella stragrande maggioranza delle storie qui esposte, l'unica persona che subisce ogni tipo di danni, disturbi e sfighe sono io. La constante ricerca di un bagno o di qualcosa che gli somigli crea situazioni disdicevoli solo per me, talvolta qualche lieve ritardo a chi accompagna e niente più.
Ora è arrivato il momento di svelare quella volta che sono stato costretto a fracassare gli altrui marroni e per giunta nemmeno in un bagno pubblico.
Il luogo del misfatto è infatti la casa della sempre più citata Acciaia e l'occasione era buona per trascorrere una pigrissima domenica sera appollaiati sul divano, piano che veniva settimanalmente applicato. Dopo qualche ora però, il mio organismo si ricorda che è domenica sera e che quindi questo significa terminare definitivamente il weekend appena trascorso espellendo tutte le scorie che io sconsiderato ho introdotto nel corpo (Per dovizia di particolari riporto che questa cerimonia di chiusura può avvenire il lunedi mattina). In ogni caso nessuno problema, comunico la lieta novella ad Acciaia e prendo la via del bagno quando una barriera ostruisce la strada tra me e il trono: la porta è chiusa a chiave. Dentro infatti c'è la sorella di Acciaia, non mi scompongo, aspetterò qualche minuto. Torno sul divano e mi posiziono nella classica posizione di attesa che è simile alla posizione del Loto ma più difficile. Passati cinque, interminabili minuti, Acciaia manda in frantumi il mio status Zen - “Ah, ma mia sorella è dentro a fare il bagno, ti toccherà aspettare un pò”. Sgomento, sono costretto ad abbandonare la posizione di attesa e cominciare a disperarmi, già per andare in bagno mi tocca fare i salti mortali quando sono in giro, ora pure nelle case della gente! Si attiva quella parte di corteccia celebrale adibita a sviluppare piani di azione per espellere, i secondi passano veloci e come sempre i muscoli del basso ventre si contraggono assai. Purtroppo per me, è domenica sera anche per il mio cervello e non riesco a pensare nulla di intelligente, di conseguenza vengo mosso dal puro spirito di sopravvivenza: vado verso il bagno, busso fragorosamente la porta e comunico alla Sorella le mie intenzioni in simil-falso tono disperato. Come risposta ricevo delle gran risate e dopo qualche secondo Sorella esce dal bagno lasciandomi il campo libero, solo a quel punto mi sento un po' in colpa perchè mi rendo conto che non solo le ho rovinato quel momento ma anche i minuti seguenti, dato che la cerimonia di chiusura lascia non poche scorie gassose.
Al momento di uscire dal bagno, mi vergogno come un ladro e con la testa bassa ritorno verso il divano senza spiccicare parola, Sorella torna dentro e chissà cosa sarà stata costretta a subire.

Da quel giorno ho cercato di rimuovere questo episodio dalla mia memoria per cercare di alleviare il senso di colpa. Con questa confessione pubblica spero di espiare il mio peccato e giuro/spero che d'ora in avanti l'unica persona che il mio apparato digerente disturberà sarò solo la mia.


martedì 4 marzo 2014

AEIOU

Ovvero Austriae Est Imperare Orbi Universo. Tale era il motto di Federico III mentre spingeva l'Austria verso l'avventura colonialista.
Questa ed altre scoperte le ho fatte sulla mia pelle durante un breve soggiorno a Salisburgo, città natale di Mozart e della Red Bull. In sostanza sacro e profano (Chiedo scusa all'Amedeo, forse profano è un po' esagerato). La seconda città della repubblica austriaca nasconde molte altre piccole perle disseminate sul suo piccolo territorio, fra questi anche un numero incredibilmente alto di cibo zozzo da assaggiare. Io ero li ad aspettare al varco.
In realtà, come molti già sospettano, l'argomento principale della storia non è certo il cibo salisburghese bensì il processo finale tramite cui esso viene espulso. La perla più nascosta della città del sale sono i suoi gabinetti. Il mio primo incontro con uno di loro mi ha lasciato sbalordito.
La particolarità che rende unici i water di Mozart sta nel fatto che il buco per lo scarico è posizionato molto in avanti nella tazza e non nel centro come tutti gli altri gabinetti. L'effetto di questa ingegneria è che si crea un piano dove tutte le espulsioni si depositano in attesa del potentissimo sciacquone che le porterà nelle fognature. Questo effetto permette, alle teste di cazzo come me, di poter analizzare il prodotto appena sfornato ed è incredibile quante cose si possono scoprire (e qui magari risparmio i dettagli).
Ma l'esperienza mistica-esoterica la vivo nel bagni del microscopico aeroporto della città: nel mio ultimo giorno di permanenza sono ormai abituato ai cessi rovesciati ma aimè sono anche parecchio in ritardo per prendere il mio volo, cosi dopo essere entrato nel bagno, sbrigo le mie necessità in tutta fretta e mi rendo conto che è l'ultima volta che posso vivere l'esperienza del water di Mozart, quando ecco la crisi mistica. Una donna mi parla. Una donna, da dentro il mio cubicolo del bagno, si rivolge proprio a me, Acciaio, in perfetto inglese avvertendomi che stanno imbarcando il volo per Berlino. Dopo lo stupore iniziale, ho pensato a qualche fumo allucinogeno emanato direttamente dal water, oppure ad una sorta di gratitudine da parte di qualche divinità dell'apparato digerente che finalmente si è accorta di me e per una volta tanto mi vuole dare una mano al posto di divertirsi con le mie budella come al solito, fattostà che ringrazio la donna e mi precipito verso l'imbarco.
Sono quando esco dalla porticina del cubicolo scorgo un piccolo altoparlante collocato proprio sopra il cassone del gabinetto. Un po' inquietato, ma anche deluso, a passo svelto riesco a prendere il mio aereo. Anche questa volta è fatta. AEIOU. Acciaio Est Imperare Orbi Universo.