Se nell'ultima storia pubblicata si
raccontava dell'invasione dello spazio privato delle persone, in
questo post mi sento in dovere di riportare l'esperienza in quello
che è senza dubbio il bagno più condiviso che ci possa essere: la
toilette pubblica, e nello specifico le versione berlinese di essa.
Oggetto piuttosto raro nelle principali
città italiane, (ne parlai nella prima storia pubblicata, questa)
la City Toilet è un ornamento non
desueto nel paesaggio urbano della capitale tedesca, anche se non è
mai facile trovarne una quando se ne ha davvero bisogno. Sono
abbastanza sicuro, tramite studi e ricerche, che l'assessore ai cessi
pubblici nutra un naturale odio verso le persone che devono espellere
i propri “pensieri” dato che dette toilette si trovano spesso in
posti poco trafficati o nascosti della città.
Il mio primo approccio con uno di
questi bagni pubblici è avvenuto piuttosto tardi, soltanto qualche
giorno fa mentre sto camminando verso casa nel cuore della notte,
dato che ho fatto casino con i mezzi pubblici. Nel mio vagare per le
buie e deserte vie di Berlino, mi imbatto nella tipica cabinona
bianca con l'insegna luminosa “City toilet”; Mosso più da
curiosità che da reale bisogno (una volta tanto nessuno bussava alla
mia mutanda), mi avvicino a quella che tanto somiglia alla cabina
suicidio di Futurama. La guardo e mi concentro sul piccolo display
luminoso posto al lato della porta: un touch screen dove è possibile
selezionare la lingua e visualizzare il prezzo che è di 0,20 € (che
si scrive uguale in qualunque lingua, ma vabbè). Decido di fare
questo investimento ed entrare nel cabinotto. Segue scena da film:
come la moneta cade nella gettoniera succedono due cose, parte una
musichetta tipicamente lounge da dentro e si sente un rumore di
pistoni che scaricano la pressione. La porta scorrevole lentamente si
apre ma non esce alcun fumo d'atmosfera e nemmeno un astronauta. Io
entro e studio l'ambiente; innanzitutto la musichetta lounge dura
soltanto una ventina di secondi e continua in loop; nonostante
l'ambiente appaia relativamente pulito è impossibile non avvertire
la puzza di fogna che circonda il tutto. Data un'occhiata al
normalissimo e quasi pulito water, mi concentro su ciò attira di più
la mia attenzione: il Periscopio. Posizionato davanti al water ma,
chissà perchè, un po' spostato sulla destra, scende dal soffitto un
blocco d'acciaio che termina esattamente davanti alla faccia di chi è
seduto sul water. Qui ci sono tre grandi pulsantoni: uno è quello
dello scarico, il secondo ed il più bello è quello dove vi è
dipinta una clessidra e la scritta “+20min” e terzo, e mi scuso,
di cui non sono proprio riuscito a capire l'utilità. Il Periscopio,
oltre ad essere curioso di suo, ha due particolarità che lo rendono
magnifico quanto inutile: i pulsantoni appena descritti sono
replicati anche sul lato opposto dell'aggeggio, quello che dà sulla
porta, e soprattutto, il Periscopio (da qui il nome) si può alzare!!
Per qualche oscuro motivo ai lati ci sono due maniglie che se
premute, fanno scattare due leve che lo spostano contro il soffitto
del bagno. Inspiegabile ma divertente.
Passo cinque minuti a giocare con il
Periscopio, tiro lo sciacquone come segno del mio passaggio e premo
il pulsante per aprire la porta, l'astronauta questa volta esce nel
mondo reale e per una volta, fiero di non aver fatto nulla.