Si pubblica questa settimana la testimonianza di colui che si firma Testa di Quarzo (Diocisalvi). Le fastidiose parentesi in corsivo sono mie.
Capito per caso su questo blog
del grande amico Acciaio (Lo dice lui), che mi ha chiesto di raccontare le disavventure del
mio intestino. Sono un VIP molto noto da queste parti (Lo dice lui), e per questo motivo
userò un nome fittizio, che sarà Testa di Quarzo.
Ne ho molte di storie da
raccontare, ma quella che scelgo oggi è di quella volta che ho avuto il colera,
termine tecnico con cui mi è stata diagnosticata una banalissima dissenteria.
Bene, era il mese di luglio e, dopo un periodo relativamente stressante in cui
ogni (e dico ogni) weekend avevo lavoro da sbrigare, finalmente ho un fine
settimana libero. Così ho deciso di chiamare la mia amica Givlia (anche questo
un nome fittizio) e di fare un giro per la rassegna vintage più famosa della
zona (Il centro SNAI più vicino). Così parto con la mia autovettura verso casa di Givlia, e poi insieme
andiamo verso il luogo della famosa manifestazione. Non mi sento molto bene,
nel senso che sento un sommovimento continuo dovuto al fatto che probabilmente
dovevo fare la grossa da tutto il giorno ma non avevo trovato modo di
scaricarmi (non sono un amante della turca). Decidiamo di andare a bere un
caffè prima di raggiungere la compagnia di amici. Vado dritto dritto verso il
cesso dopo il combo caffè & sigaretta e sembra tornare tutto a posto. Mi
sbagliavo. Tantissimo. Appena giunti nella piazza della manifestazione sento
nella mia pancia delle fitte fortissime, tipo Alien che vuole uscire. A questo
punto comincio a farmi delle domande tipo: non è che sono un essere alieno e
dentro di me c’è qualcosa che si vuole riprodurre? Dov’è un bagno? Neanche il
tempo di raggiungere la toilette più vicina e comincio a sudare freddo, ma così
freddo che intorno a me cominciano a spuntare dei pinguini direttamente dal
Polo Sud. Non riesco neanche a recarmi verso il bagno più vicino e mi dirigo
velocemente verso un anfratto dove sbocco (voce del verbo vomitare) l’impossibile. Dopo una tappa
obbligatoria al cesso torno a casa, nell’ignavia generale.
Ragazzi, i seguenti sono stati i
giorni più brutti della mia vita. Sono anche andato all’ospedale per farmi
curare e, tra le risate generali (nonostante io stessi rantolando), mi è stata
diagnosticato un forte attacco di dissenteria. Pastiglie e antibiotici.
Morale della favola: esprimete
sempre il sentore del vostro intestino, e fidatevi di lui, altrimenti potrebbe
crescervi dentro un Alien. Come è successo a me. (Capito brutti infedeli?? Snobbate la turca e finirà male;, sottovalutate il pericolo della sigaretta+caffè e finirà male! Che questa storia serva da monito per tutti quelli che vogliono fare gli audaci - Ma no! Io la tengo! - Sarete oggetto di burle e derisioni da parte di tutti, proprio come è successo a: )
Testa di Quarzo
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