lunedì 9 dicembre 2013

La prima impressione è quella che conta

Ho iniziato un corso. A Berlino. Venti persone da tutto il mondo. Al giorno 2 quasi tutti sospettavano del mio problema. Bene. Ottimo. Fantastico.
Non lo sò da quale maledizione sono affetto, davvero. Fattostà che l'aula dove tale corso si svolge è in un'ala di un edificio dove, oltre alla nostra stanza, si può trovare soltanto un bagno (già questa particolarità avrebbe dovuto farmi riflettere). Il primo giorno del corso tutto è andato liscio, strette di mani, presentazioni e tutte quelle cose tipiche del primo giorno di scuola. Il secondo però.....
Il giorno successivo capita quello che già ho descritto mille post fa, una cosa che non succedeva dalle superiori; Per la massima “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, la suddetta sfiga si presenta a distanza di anni in una veste tutta nuova.
Non passano neanche dieci minuti dall'inizio della lezione che il richiamo arriva. Senza avvisaglie né comunicati, all'improvviso devo correre in bagno (tuttora non riesco a spiegarmi questo fenomeno dato che nei giorni e nelle ore precedenti non avevo certo strafatto con cibi e bevande). Nel silenzio generale, mi alzo più leggero di un ninja cercando di dare nell'occhio il meno possibile, naturalmente mi notano tutti quanti. Raggiungo il bagno che per mia gioia (gioia illusoria e temporanea) è prossimo all'aula. Una volta in seduta scopro con sommo orrore che tra carta e prodotto finale si è intasato il teutonico water. Seguono terribili minuti in cui un sudatissimo Acciaio usa lo sciacquone più e più volte nel tentativo di cancellare ogni traccia del peccato appena commesso e finalmente, quando l'obiettivo è completato, mi ricompongo e torno in aula. Tutto normale, forse ho evitato una figura di merda a livello globale. Ma visto che in questo blog i finali a lieto fine sono merce rara, la disfatta si consuma un'ora dopo durante la pausa quando un ragazzo spagnolo si avvicina a me e chiede se sto bene, ohi ohi.... Certo, perchè mi spiega che, grazie alla beffarda vicinanza del bagno con la nostra stanza e relativo muro in comune, il rumore dello scarico che andava come una motosega lo hanno sentito anche loro! Ero io che facevo quel rumore? Non riesco a mentire, ammetto candidamente che ero proprio io quello in bagno ma, vigliacco fino all'ultimo, la colpa la dò a queste inefficienti tubazioni di sicura fattura sovietica e blablabla. Riesco a deragliare il discorso sui pregi e difetti del patto di Varsavia ma a distanza di settimane i miei cari compagni continuano a ricordarmi l'episodio evidente non troppo convinti dalla mia spiegazione. Insomma, benvenuto in Germania!

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