La seguente è breve ma significativa.
Mi spiego: avendo la possibilità di visitare innumerevoli musei, un
pomeriggio come un altro decido che vado a vedere il museo che
ripercorre le tappe più significative dei vari organi del fu partito
Nazionalsocialista tedesco, conosciuto anche con il buffo nomignolo di
partito NAZISTA.
Tale museo è situato in centro città,
dove la tentazione verso il cibo spazzatura è più che mai
stimolata, baracchini e negozi di ogni genere e nazionalità attirano
la mia famelica attenzione ad ogni angolo. Non passano dieci minuti
di camminata che decido di concedermi un grassissimo ROSTBRATWURST
(da pronunciare rigorosamente con tutta la rabbia che si ha in
corpo), tali leccornie, che per chi non lo sapesse sono il tipico spuntino
prussiano, wurstelazzi grigliati e immersi nella senape serviti in
panini grandi la metà del wurstel stesso. Quasi a prenderti per il
culo.
Io in realtà di tutte queste
elucubrazioni me ne interesso poco e aggredisco il mio spuntino con
la consueta voracità, dopodichè mi dirigo tosto verso il mio museo
che oltre a essere molto vasto, è anche aggratis quindi piuttosto
affollato. L'afflusso di gente non è certo un problema per
l'inflessibile ordine teutonico, infatti mi immetto nella fila di
persone che si accingono a vedere l'esibizione senza troppi problemi.
Cosi è che i minuti passano mentre prendo visione delle nefandezze
commesse da quei simpaticoni delle SA, delle SS e dalle varie
polizie anche se in tutto questo tempo immerso nella storia non mi rendo
conto che il bratwurst (e con lui chissà quale altra accozzaglia di
roba) riesce a percorre tutto l'apparato digerente ed arrivare fino
all'uscita del tunnel. Sono costretto ad abbandona la fila ordinata.
Sulle prime non mi scompongo più di
tanto dato che sò con certezza che una delle cose migliore dei musei
sono i bagni (vedi storia londinese). Non ho torto, la sala della
toilette è intonsa ma soprattutto deserta, questo significa che
posso comodamente sedermi senza preoccuparmi di intrusioni o rumori
molesti.
Mentre concludo il ciclo vitale del
bratwurst però (è questo è il senso della storia dopo l'infinito
preambolo), mi rendo conto dell'alto valore simbolico della mia azione:
essendo in un museo che ricorda cosi tante nefandezze storiche, il mio
gesto è del tutto consono allo scenario in cui sono immerso, è un
po' come firmare il libro degli ospiti alla fine della mostra. E poi
il nome del museo: Topografia del terrore, se i precisissimi tedeschi
hanno svolto il loro certosino lavoro come al solito, sono sicuro che
non avranno mancato di aggiungere una nuova e recentissima tappa alla
loro esibizione, laggiù, nel piano interrato che porta al bagno.
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