lunedì 16 dicembre 2013

Topografia del terrore

La seguente è breve ma significativa. Mi spiego: avendo la possibilità di visitare innumerevoli musei, un pomeriggio come un altro decido che vado a vedere il museo che ripercorre le tappe più significative dei vari organi del fu partito Nazionalsocialista tedesco, conosciuto anche con il buffo nomignolo di partito NAZISTA.
Tale museo è situato in centro città, dove la tentazione verso il cibo spazzatura è più che mai stimolata, baracchini e negozi di ogni genere e nazionalità attirano la mia famelica attenzione ad ogni angolo. Non passano dieci minuti di camminata che decido di concedermi un grassissimo ROSTBRATWURST (da pronunciare rigorosamente con tutta la rabbia che si ha in corpo), tali leccornie, che per chi non lo sapesse sono il tipico spuntino prussiano, wurstelazzi grigliati e immersi nella senape serviti in panini grandi la metà del wurstel stesso. Quasi a prenderti per il culo.
Io in realtà di tutte queste elucubrazioni me ne interesso poco e aggredisco il mio spuntino con la consueta voracità, dopodichè mi dirigo tosto verso il mio museo che oltre a essere molto vasto, è anche aggratis quindi piuttosto affollato. L'afflusso di gente non è certo un problema per l'inflessibile ordine teutonico, infatti mi immetto nella fila di persone che si accingono a vedere l'esibizione senza troppi problemi. Cosi è che i minuti passano mentre prendo visione delle nefandezze commesse da quei simpaticoni delle SA, delle SS e dalle varie polizie anche se in tutto questo tempo immerso nella storia non mi rendo conto che il bratwurst (e con lui chissà quale altra accozzaglia di roba) riesce a percorre tutto l'apparato digerente ed arrivare fino all'uscita del tunnel. Sono costretto ad abbandona la fila ordinata.
Sulle prime non mi scompongo più di tanto dato che sò con certezza che una delle cose migliore dei musei sono i bagni (vedi storia londinese). Non ho torto, la sala della toilette è intonsa ma soprattutto deserta, questo significa che posso comodamente sedermi senza preoccuparmi di intrusioni o rumori molesti.
Mentre concludo il ciclo vitale del bratwurst però (è questo è il senso della storia dopo l'infinito preambolo), mi rendo conto dell'alto valore simbolico della mia azione: essendo in un museo che ricorda cosi tante nefandezze storiche, il mio gesto è del tutto consono allo scenario in cui sono immerso, è un po' come firmare il libro degli ospiti alla fine della mostra. E poi il nome del museo: Topografia del terrore, se i precisissimi tedeschi hanno svolto il loro certosino lavoro come al solito, sono sicuro che non avranno mancato di aggiungere una nuova e recentissima tappa alla loro esibizione, laggiù, nel piano interrato che porta al bagno.


Nessun commento:

Posta un commento