Nella storia recentissima ci sono state
grande tragedie ampiamente annunciate prima che queste accadessero, è
il caso della strage di Lampedusa, del terremoto dell'Aquila, della
ThyssenKrupp e via dicendo. Senza peccare di presunzione e di
megalomania (ma neanche proprio un po') sono convinto che valga lo
stesso principio per quanto riguarda le mie festività natalizie. Una
tragedia annunciata ed altamente prevedibile.
Tralasciando gli episodi minori che
hanno caratterizzato queste mie due settimane di gozzoviglio (che
possono essere interpretate come le scosse preparatorie e di
assestamento), il momento culminante, quello del disastro, avviene la
serata del 24 Dicembre, proprio mentre il bambinello si appresta a
nascere. Ma andiamo con ordine.
Co-protagonista di questa storia è
l'infaticabile Acciaia che, temeraria, ha raggiunto Berlino per le
feste, ancora una volta si calerà nel ruolo di “Quella che
aspetta”. Quel pomeriggio della vigilia stiamo ancora discutendo su
come passare la serata, la natività è un evento importante, ma
purtroppo non riusciamo a raccapezzarci su nulla e cosi, giunta l'ora di
cena inoltrata decidiamo che non possiamo mangiare nulla in casa data
la scarsità delle provviste. Scendiamo nelle strade berlinesi a
cercare un frugale ristorante che ci sfami e che ci riscaldi e dopo
una buona ora passata al freddo, troviamo proprio il posto che
cercavamo: alla mano, economico e allegro. Non esitiamo ad entrare ed
ordinare un piattone di portata bello sostanzioso senza risparmiarci
dei nachos come antipasto. Questo si rivelerà il primo errore della
serata. Dopo pochi minuti infatti ci viene servita un'enorme terrina
piena di nachos caldissimi colati in mille tipi di formaggio diversi
con tanto di guacamole a parte, buonissimi ma pesantissimi. Li
finiamo a stento, boccheggiamo e quando arrivano le portate
principali siamo quasi dispiaciuti.
A questo punto si verifica un fatto che
evidenzia la mia maturità e come io abbia fatto tesoro delle mie
esperienze e dei miei errori: Acciaia dopo due forchettate si fa
impacchettare il tutto per poter mangiare la pietanza il giorno
seguente e io..... Io, all'urlo di “ho pagato, è sotto il mio naso,
devo mangiarlo per forza echeccazzo”, mi avvento sul piatto e
lentamente lo finisco.
I minuti seguenti sono la caduta
dell'eroe, ad un certo punto divento cianotico e con la massima
flemma annuncio che “vado un attimo in bagno”. Dentro quello
stanzino ci sto un'eternità, non so quante ombre avrò visto entrare
nell'antibagno per poi uscirsene immediatamente (per la porta chiusa
a chiave o per l'odore? Chi lo sa.). Quando finalmente esco è
chiaro anche ad Acciaia che dobbiamo andarcene il prima possibile,
paghiamo ed usciamo all'aria aperta, altro errore. E' quasi la
mezzanotte e Gesù bambino aveva altro a cui pensare evidentemente, e allora io per dispetto abbraccio la religione islamica. Non perchè abbia
avuto una folgorazione ma perchè è una scelta di comodo: sono
costretto ad entrare dentro un kebabbaro (gli unici aperti) ogni 200
metri e chiedere disperatamente un bagno, per giunta usando il mio stentato anglo-tedesco,
ma i baffoni capiscono le mie difficoltà e mi indicano la strada che
in quel momento è come la via per Damasco.
Verso l'una di notte siamo a casa,
Acciaia con il suo bel pacchettino e io con chili in meno e i muscoli ventrali molto affaticati. Per quest'anno è andata cosi ma
l'anno prossimo l'appuntamento con la natività non sarà certo
mancato.....o forse sarà il tempo di una nuova tragedia annunciata.
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