lunedì 11 marzo 2013

Proprio sul più bello


Molto molto tempo fa c'è stato un periodo in cui Acciaio era un affermato latin lover (falso) ma anche in occasioni del genere ho dovuto fare i conti con il mio solito problema, fortunatamente la Lei di turno era di larghe vedute e non se la prese più di tanto, anzi per nulla.
Il manuale del perfetto conquistadores recita che per una perfetta serata bisogna portare la donzella fuori a cena. Io che sono un avanguardista, salto bellamente questo passaggio e andiamo a sentire un signor concerto. Tutto va bene, tutto funziona come deve. Illuso.
Il posto dove stanno suonando è molto grande e affollato quindi ogni possibilità di avere pace e tranquillità in un bagno, magari chimico, è preclusa. Ma per il momento non è un mio problema, ricordo distintamente di aver pensato proprio questa cosa: “Se mi viene uno strizzone qui sono spacciato!”, mi faccio beffe del fato e infatti ne pagherò le conseguenze.
Il concerto finisce e la serata va avanti disinvolta fino al momento in cui saliamo in macchina e devo accompagnare la gentil dama sotto casa sua, da qui in poi le cose precipitano tragicamente. Appena dentro l'auto sento che qualcosa non va, sento una fitta violenta all'intestino, una di quelle più infami, arriva come un fulmine a ciel sereno ma è devastante. Non so cosa l'abbia provocata però sono in allarme rosso nel giro di pochissimi minuti. Lei, che conosce bene la mia particolarità, forse sospetta qualcosa e di certo nota che di colpo sono più silenzioso, chiede se va tutto bene e io dissimulo, probabilmente anche molto male. Ma arriva il momento clou, minuti che mi sono sembrati ore. Siamo sotto casa sua, io sudo freddo e il desiderio più grande non è quello che sarebbe dovuto essere in quel momento, è una lotta tra psiche e corpo, volontà vs. sfinteri.
Quando si ha un appuntamento galante il momento dei saluti è quello più delicato, valutare, gestire e predire fin dove si può andare con la controparte femminile è un'arte che pochissimi sono in grado di gestire. Io purtroppo non riesco a concentrarmi come vorrei dal momento che metà del mio cervello è impegnato a non rilassare Quei muscoli. Siamo sul ciglio del portone, scatta l'abbraccio, come interpretarlo? Amichevole, passionale, romantico? La parte di testa che è occupata con il mondo esterno prova a elaborare delle cose ma non ne ha il tempo perchè all'improssivo la ragazza cambia sguardo e mi dice: “Ma te...ti stai cagando addosso???” - breve pausa - “SI CAZZO, SI!!”. Dopo la solita risata di derisione a cui sono abituato e un “dai allora ti lascio andare!”, mi precipito verso la mia auto ma mi rendo conto subito che non ce la farò mai ad arrivare al bagno di casa mia. Non riesco neanche ad uscire dalla via, accosto e mi fiondo nei giardinetti a bordo della strada e finalmente pongo fine all'atroce sofferenza.
Il giorno dopo ci rivediamo, lei ride ma prima che proferisca parola l'anticipo io: “Hai notato qualcosa nella tua via?”, ci pensa, mi guarda incuriosita “No, nulla di strano perchè?” “Ma no niente niente!”. Capirà solo qualche tempo dopo che fine hanno fatto i fazzoletti che mi aveva prestato....

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