Molto molto tempo
fa c'è stato un periodo in cui Acciaio era un affermato latin lover
(falso) ma anche in occasioni del genere ho dovuto fare i conti con
il mio solito problema, fortunatamente la Lei di turno era di larghe
vedute e non se la prese più di tanto, anzi per nulla.
Il manuale del
perfetto conquistadores recita che per una perfetta serata bisogna
portare la donzella fuori a cena. Io che sono un avanguardista, salto
bellamente questo passaggio e andiamo a sentire un signor concerto.
Tutto va bene, tutto funziona come deve. Illuso.
Il posto dove
stanno suonando è molto grande e affollato quindi ogni possibilità
di avere pace e tranquillità in un bagno, magari chimico, è
preclusa. Ma per il momento non è un mio problema, ricordo
distintamente di aver pensato proprio questa cosa: “Se mi viene uno
strizzone qui sono spacciato!”, mi faccio beffe del fato e infatti
ne pagherò le conseguenze.
Il concerto
finisce e la serata va avanti disinvolta fino al momento in cui
saliamo in macchina e devo accompagnare la gentil dama sotto casa
sua, da qui in poi le cose precipitano tragicamente. Appena dentro
l'auto sento che qualcosa non va, sento una fitta violenta
all'intestino, una di quelle più infami, arriva come un fulmine a
ciel sereno ma è devastante. Non so cosa l'abbia provocata però
sono in allarme rosso nel giro di pochissimi minuti. Lei, che conosce
bene la mia particolarità, forse sospetta qualcosa e di certo nota
che di colpo sono più silenzioso, chiede se va tutto bene e io
dissimulo, probabilmente anche molto male. Ma arriva il momento clou,
minuti che mi sono sembrati ore. Siamo sotto casa sua, io sudo freddo
e il desiderio più grande non è quello che sarebbe dovuto essere in
quel momento, è una lotta tra psiche e corpo, volontà vs. sfinteri.
Quando si ha un
appuntamento galante il momento dei saluti è quello più delicato,
valutare, gestire e predire fin dove si può andare con la
controparte femminile è un'arte che pochissimi sono in grado di
gestire. Io purtroppo non riesco a concentrarmi come vorrei dal
momento che metà del mio cervello è impegnato a non rilassare Quei
muscoli. Siamo sul ciglio del portone, scatta l'abbraccio, come
interpretarlo? Amichevole, passionale, romantico? La parte di testa
che è occupata con il mondo esterno prova a elaborare delle cose ma
non ne ha il tempo perchè all'improssivo la ragazza cambia sguardo e
mi dice: “Ma te...ti stai cagando addosso???” - breve pausa - “SI
CAZZO, SI!!”. Dopo la solita risata di derisione a cui sono
abituato e un “dai allora ti lascio andare!”, mi precipito verso
la mia auto ma mi rendo conto subito che non ce la farò mai ad
arrivare al bagno di casa mia. Non riesco neanche ad uscire dalla
via, accosto e mi fiondo nei giardinetti a bordo della strada e
finalmente pongo fine all'atroce sofferenza.
Il giorno dopo ci
rivediamo, lei ride ma prima che proferisca parola l'anticipo io:
“Hai notato qualcosa nella tua via?”, ci pensa, mi guarda
incuriosita “No, nulla di strano perchè?” “Ma no niente
niente!”. Capirà solo qualche tempo dopo che fine hanno fatto i fazzoletti
che mi aveva prestato....
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