Questa settimana si pubblica
un'accorata lettera non firmata, ma qualcosa mi dice che
l'appassionato autore è colui che molte e molte storie fa, fu
chiamato Ghisa. La storia è Grotesque (che potete trovare qui) ed è
una delle più zozze di tutto il blog. Questo preambobolo è
necessario per mettere in guardia l'ignaro lettore che si accinge a
leggere la seguente e quindi avvisare che i suoi contenuti non sono
certo sulla matematica quantistica.
Caro Acciaio, ti scrivo perchè , prima
di essere un tuo affezionato lettore, sono anche uno dei tuoi più
grandi critici.
Ho notato che ultimamente stai cacando
solo nei musei e in posti convenzionali/igienici.
Non ti preoccupare, ci penso io. A sto
giro ti racconterò di quella volta che un nostro comune amico,
riuscì in una delle imprese più ardue mai affrontate dall'uomo:
fare di un tavolino un comodo cesso.
Aprica 2010, faceva freddo, molto
freddo ed in quella casa si era in tanti (casa da sei persone max.
contenente tredici organismi pluricellulari che ancora non sono stati
catalogati in nessuna specie), tra questi tredici spiccava lui, che
per convenzione e stazza chiameremo Piombo.
Al secondo giorno di convivenza accadde
la tragedia: il water si otturò e per giunta tale piaga ci colpì di
Domenica.
La soluzione per dodici tredicesimi dei
presenti si presentò presto ovvia: prendere la via del bar sotto
casa, ordinare un Braulio* e andare in bagno. Per Piombo invece la
faccenda si presentava molto più seria, decise quindi di non
piegarsi alla massa ed arrangiarsi da solo anche perchè il suo
ragionamento non faceva una piega: "Perchè pagar tre euro di
Braulio per cagare?". Quindi, prima ancora che a gli
sceneggiatori di Paint your life venisse in mente il programma
stesso, il nostro eroe prese il più bel tavolino a misura di chiappa
presente nella casa, ne tolse il piano di appoggio e legò ai due
lati paralleli della struttura rimasta un sacchetto. Una volta
portato in bagno il marchingegno infernale, ci scaricò con tutta la
rabbia accumulata in quelle dure ore circa 72 kg di prodotto fecale
conosciuto anche con il nome di “merda”.
Purtroppo per tutti, la struttura non
prevedeva uno sciacquone e quindi l'ottimo Luca Sardella della bassa
Brianza slegò il sacchetto , lo chiuse ed uscì dal bagno con il
tremendo fardello in mano, non senza creare un certo sgomento da
parte delle signorine presenti.
Piombo, gonfio d'orgoglio, fece le tre
rampe di scale impugnando il “Figlio dell'arguzia" che fece
sparire nel primo cassonetto che trovò (probabilmente ha buttato la
merda nella campana del vetro).
* Braulio: magnifico, ottimo,
meraviglioso liquore amaro a base di erbe alpine acquistabile in
qualsiasi esercizio lombardo. Paragonabile all'ambrosia.
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