Sovente accade che io svolga il
dopo-lezione in qualche bar di Kreuzberg, il quartiere dove si trova
quella palestra per il linguaggio che è la mia scuola di tedesco.
Essendo qui il concetto di aperitivo molto effimero, ripieghiamo
sempre sulla cara e vecchia birra, naturalmente c'è l'imbarazzo della
scelta.
L'episodio che vado a introdurre si
svolge in forse uno dei bar più conosciuti di questo quartiere
berlinese: il Kotti Cafè. E visto che siamo in vena di introduzioni,
mi tocca annunciare fin da subito che si tratta di una rinuncia;
Anche questa volta non me la sono sentita di concludere, giuro però
che c'è un valida (e divertentissima) giustificazione. Seguono i
fatti:
Un'allegra brigata composta da 5
studenti colmi di sapere quotidiano si avvia verso il primo piano del
Kotti Cafè (per chi non lo sapesse, il bar in questione non si trova
a livello strada ma al primo piano di un palazzo). Una volta dentro,
scatta la liberazione del cervello tramite freschissime e
gustosissime Augustiner (che per me è piscio di gatto, ma vabbè).
Dopo la seconda birra aimè, inizia
quello che per il mio apparato digerente è ormai un copione
collaudato: micro fungo atomico in zona intestinale seguito da cieco
panico. Quando mi ricompongo e ridivento padrone della situazione (ma
quando mai?), temporeggio e penso ad un piano d'azione per liberarmi
dei miei problemi. Dopo circa cinque minuti di pallore e silenzio,
decido di fare il grande passo e di avviarmi verso il bagno del Kotti
Cafè. A questo punto succede una cosa insolitamente positiva: per
qualche strano caso biologico e fisico, i due passi che faccio per
andare vero la toilette alleviano e di molto il mio senso di
oppressione basso-ventrale.
Ormai però sono già in piedi e decido
lo stesso di entrare nel bagno. Infausto, piccolo e maleodorante si
presenta come una sfida, sorpasso la piramide di carta bagnata accanto
al lavandino, i tre LIMPIDI orinatoi e mi infilo nel cubicolo dove
sta collocato il Trono. Da questo momento in poi non sono più
padrone della situazione. In realtà nella descrizione del bagno ho
omesso un personaggio: davanti ad uno degli orinatoi intravedo quello
che è chiaramente un energumeno tedesco visibilmente ubriaco. Nel
momento in cui io provo a chiudere la porta del mio cubicolo, il
tedescone decide di accogliermi in bagno con un roboante quanto improvviso scorreggione seguito da una frase che suonava più o meno cosi:
“Questa era forte, eh? Ohohohohoh!”.
Ebbene io da quel momento ho cominciato
a ridere come un cretino senza più riuscire a smettere, tant'è che
esco dal bagno senza fare nulla.
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