lunedì 26 novembre 2012

Amicizie & maledizioni


Da un po' di settimane ho un nuovo amico: il custode della stazione degli autobus di Bergamo. Quegli omini in simil divisa che passano la propria giornata a leggere alta letteratura come “TV sorrisi e canzoni”, “Chi”, “Gente” e altri capolavori mentre stanno seduti su una sedia dietro a un tavolo apparecchiato solo di una scatolina per tenere le monete. Praticamente ci vediamo tutte le mattine, tant'è che ormai al posto di chiedermi i trenta centesimi che occorrono per utilizzare il bagno, mi guarda, mi sorride e mi liquida con un “Vai, vai!”. Devo ancora decidere se avere l'ingresso gratis ai bagni di una stazione è un privilegio, per ora mi sento abbastanza un cretino. Probabilmente posso permettermi questo lusso dopo quella mattina che sono schizzato dritto verso la porta del bagno senza degnare il povero custode di uno sguardo. Ricordo di aver farfugliato qualcosa come “Te li do dopo”. Da ormai un mese sembra che il mio intestino abbia smesso di funzionare, credo di avere la maledizione del mezzo pubblico. Per chi non lo sapesse è quella maledizione che ti fa stare bene quando sei alla fermata mentre aspetti pullman, treni o altro, ma appena sali sul mezzo, fa venire una specie di detonazione nella pancia costringendoti tutto il viaggio coi sudorini freddi e, finito il viaggio, alla classica camminata da pinguino fino al bagno più vicino. Ed è proprio cosi che ho conosciuto il custode. Bisogna riconoscere che i bagni pubblici (ovviamente a pagamento) sono abbastanza decorosi: la pulizia è accettabile e si trova sempre la carta. Non male per essere in una stazione. Sperando che prima o poi se ne vada, mi tengo la simpaticissima maledizione anche perchè le vere amicizie, per essere tali, devono durare nel tempo.

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