lunedì 3 dicembre 2012

Il labirinto del caffè


Prima della storiella vera e propria mi è d'obbligo specificare che spesso gira assieme a me una povera ragazza, che chiamerò Acciaia per tutelare la sua privacy(che poi è quella che fa i disegni qui sotto), ella è costretta a subire le voglie del mio apparato digerente. Capita spesso di abbandonarla al suo destino per delle buone mezz'orette per fare il mio “dovere”, i caffè in solitaria che si è bevuta ormai non si contiamo più. Questa punizione le è toccata anche l'ultima volta quando stavamo amabilmente passeggiando per le vie della città, quando ad un certo punto le comunico: “Oh, io devo proprio andare in bagno”- “Si ma non puoi aspettare quando sei a casa?” - “Eh no, non posso proprio, e poi guarda li, c'è una bella torrefazione, almeno il caffè lo prendi buono!”. Si lo so, ha proprio il sapore di una presa per il culo ma era vero, proprio davanti a noi si parava una bella torrefazione, di quelle che danno idea di essere aperte da prima delle due guerre mondiali. Entriamo, il proprietario ci guarda con la speranza che avremmo comprato almeno un'intera coltivazione di caffè da imbustare ma le sue speranze vengono subito smorzate, Acciaia chiede il solito caffè e io chiedo all'altro commesso più giovane dov'è il bagno, “Si, prendo le chiavi un attimo!”. Ancora ignoravo a cosa stessi andando incontro. Infatti il ragazzo si mette il cappotto, - strano - penso io, ed esce dal negozio. Seguimi! Come seguimi? Mi porta nel bagno di un altro bar? Comunque lo seguo, in uno strano silenzio giriamo l'angolo del negozio e andiamo verso un'altra strada finchè ci fermiamo davanti al portone di un condominio. Il ragazzo, probabilmente notando il grosso punto di domanda che era comparso sulla mia faccia mi dice che il bagno è li dentro. Bah, li dentro dove? Sui pianerottoli? Ma magari! Infatti entriamo e prendiamo la scala che va verso le cantine e le attraversiamo, il torrefaz...il torrefattier...il torrefant....il barista apre una porta e ci troviamo nei garage, passiamo pure quelli ed entriamo in un'altra porta dove troviamo altre cantine. Tutto in rigoroso silenzio, c'è stato un momento in cui ho pensato che il ragazzo volesse rubarmi i reni. Invece no, lui si ferma, cerca una chiave nel mazzo e apre l'ultima cantina della fila. E cosa si trova li dentro??? Ma naturalmente un magnifico cesso di un colore indefinibile che occupava l'intero spazio della stanza. Il ragazzo nota la mia perplessità ma probabilmente non può rivelare quali oscuri segreti si nascono dietro al bagno di una torrefazione che sta a chilometri di distanza, cosi si limita a dire: “Quando torni su chiudi tutto”. Come “quando torni su”? Mi lasci solo? I lupi mi uccideranno di sicuro! E poi come faccio a trovare la strada in quel labirinto? Ma il giovane è già lontano e io entro nel bagno(la strizza mi era perfino passata tanto ero incredulo) e ne esco qualche minuto dopo, dentro quel buco erano riusciti a farci stare perfino un minilavandino. Riprendo la strada dell'andata e in qualche maniera riesco a ritornare alla torrefazione, li trovo un'Acciaia visibilmente contrariata, “quanto ci hai messo??”. Ecco, vaglielo a dire che la colpa è della strada e non del mio stomaco. Inspiegabile.

1 commento:

  1. Hai superato te stesso! e il personaggio di Acciaia e tinteggiato notevolmente bene!!!attendo con ansia il prossimo!:)))Vale

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