Prima della
storiella vera e propria mi è d'obbligo specificare che spesso gira
assieme a me una povera ragazza, che chiamerò Acciaia per tutelare
la sua privacy(che poi è quella che fa i disegni qui sotto), ella è
costretta a subire le voglie del mio apparato digerente. Capita
spesso di abbandonarla al suo destino per delle buone mezz'orette per
fare il mio “dovere”, i caffè in solitaria che si è bevuta
ormai non si contiamo più. Questa punizione le è toccata anche
l'ultima volta quando stavamo amabilmente passeggiando per le vie
della città, quando ad un certo punto le comunico: “Oh, io devo
proprio andare in bagno”- “Si ma non puoi aspettare quando sei a
casa?” - “Eh no, non posso proprio, e poi guarda li, c'è una
bella torrefazione, almeno il caffè lo prendi buono!”. Si lo so,
ha proprio il sapore di una presa per il culo ma era vero, proprio
davanti a noi si parava una bella torrefazione, di quelle che danno
idea di essere aperte da prima delle due guerre mondiali. Entriamo,
il proprietario ci guarda con la speranza che avremmo comprato almeno
un'intera coltivazione di caffè da imbustare ma le sue speranze
vengono subito smorzate, Acciaia chiede il solito caffè e io chiedo
all'altro commesso più giovane dov'è il bagno, “Si, prendo le
chiavi un attimo!”. Ancora ignoravo a cosa stessi andando incontro.
Infatti il ragazzo si mette il cappotto, - strano - penso io, ed
esce dal negozio. Seguimi! Come seguimi? Mi porta nel bagno di un
altro bar? Comunque lo seguo, in uno strano silenzio giriamo l'angolo
del negozio e andiamo verso un'altra strada finchè ci fermiamo
davanti al portone di un condominio. Il ragazzo, probabilmente
notando il grosso punto di domanda che era comparso sulla mia faccia
mi dice che il bagno è li dentro. Bah, li dentro dove? Sui
pianerottoli? Ma magari! Infatti entriamo e prendiamo la scala che va
verso le cantine e le attraversiamo, il torrefaz...il
torrefattier...il torrefant....il barista apre una porta e ci
troviamo nei garage, passiamo pure quelli ed entriamo in un'altra
porta dove troviamo altre cantine. Tutto in rigoroso silenzio, c'è
stato un momento in cui ho pensato che il ragazzo volesse rubarmi i
reni. Invece no, lui si ferma, cerca una chiave nel mazzo e apre
l'ultima cantina della fila. E cosa si trova li dentro??? Ma
naturalmente un magnifico cesso di un colore indefinibile che
occupava l'intero spazio della stanza. Il ragazzo nota la mia
perplessità ma probabilmente non può rivelare quali oscuri segreti
si nascono dietro al bagno di una torrefazione che sta a chilometri
di distanza, cosi si limita a dire: “Quando torni su chiudi tutto”.
Come “quando torni su”? Mi lasci solo? I lupi mi uccideranno di
sicuro! E poi come faccio a trovare la strada in quel labirinto? Ma
il giovane è già lontano e io entro nel bagno(la strizza mi era
perfino passata tanto ero incredulo) e ne esco qualche minuto dopo,
dentro quel buco erano riusciti a farci stare perfino un
minilavandino. Riprendo la strada dell'andata e in qualche maniera
riesco a ritornare alla torrefazione, li trovo un'Acciaia
visibilmente contrariata, “quanto ci hai messo??”. Ecco, vaglielo
a dire che la colpa è della strada e non del mio stomaco.
Inspiegabile.
Hai superato te stesso! e il personaggio di Acciaia e tinteggiato notevolmente bene!!!attendo con ansia il prossimo!:)))Vale
RispondiElimina