lunedì 17 dicembre 2012

Errori di gioventù


L'episodio che vado a raccontare è uno di quelli di cui più mi vergogno, in quanto evitabilissimo ma al contempo clamoroso. D'altro canto ero ancora giovane e inesperto, insomma ogni volta che ci penso mi chiedo: ma che cazzo mi è venuto in mente?
A quel tempo frequentavo ancora la mia vecchia e cara scuola superiore e grazie all'affidabilissimo trasporto pubblico locale, tutte le volte che si usciva prima o dopo l'orario di fine lezioni, bisognava andare a prendere il pullman alla fermata in centro città. Non certo un enorme disagio, bastava fare una passeggiata di 10 minuti. Cosa vuoi che siano 10 minuti? Persino io resisto quel tempo senza dover correre in bagno! Il problema diventa grosso quando a quei famigerati 10 minuti bisogna aggiungerci il tempo del viaggio, mezz'ora almeno, e il molto variabile tempo di attesa del pullman.
Fu cosi che nel tempo, sono diventato una persona conosciuta in tutti i bar vicini alla fermata. “Ciao”-”Buongiornodovèilbagno” era il mio saluto ai baristi. Fu cosi che pian piano girai tutti i bar della zona.
Proprio per questo motivo, quel particolare giorno, mi venne in mente l'idea geniale. Per vergogna di ritornare sempre negli stessi bar solo per il bagno(ci tengo a ripetere che ero giovane e inesperto), dovevo pensare ad un'alternativa perchè stavo aspettando il pullman da troppo tempo e, guarda caso, stavo sudando freddo.
Ripassando mentalmente la mappa della zona mi venne in mente Lei, l'unico posto con un bagno che non fosse un bar e a due passi dalla mia posizione. Mi armo di coraggio e vado verso il cancello della struttura col classico passo del pinguino(se non sai cos'è, leggiti i post precedenti),guardo il citofono e suono, una voce metallica risponde: “Casa di riposo San Giuseppe, ha bisogno?”. Avevo bisogno si, per fortuna la voce metallica mi risparmia la vergogna di dare una risposta e mi apre subito. Ormai pallido in volto vado verso un tavolo con due infermiere che mi guardano incuriosite, cosa ci farà un ragazzetto in una casa di riposo? Che dolce, sarà passato a salutare il nonnino. No di certo. Con un filo di voce chiedo di un bagno avendo come risposta un carico di risatone grasse che altro non fanno che aumentare la mia vergogna, che dopo pochi secondi si alza ulteriormente perchè le gentili infermiere mi accompagnano nel salone dove sono seduti tutti gli astanti, io tento un generico sorriso fissando il vuoto e mi fiondo il bagno. Dopo una buona mezz'ora esco dalla stanzetta con lo sguardo fisso verso il pavimento e bofonchio qualcosa tipo “grazieciao”, sento altre risate di risposta ma ormai sono di nuovo in strada libero di aspettare il mio pullman senza problemi.
Ancora oggi mi chiedo cosa mi spinse quel giorno ad andare in una maledetta casa di riposo, quando bastava ordinare un caffè in un qualsiasi bar(questo è un consiglio che do). Si dice che dagli errori si impara, e quella volta fu proprio cosi.

Nessun commento:

Posta un commento