Finora ho sempre
raccontato delle volte in cui in qualche modo ce l'ho fatta, anche
nelle maniere più strane sono sempre arrivato alla “meta”.
Questa volta no. In questo post scriverò di una sconfitta , ovvero
una di quelle volte in cui mi sento in dovere di chiedere scusa a
qualcuno, una di quelle volte che comunque poi un po' senso di colpa
lo senti, una di quelle volte che sai che potrebbero scoprirti.
Scrivere questa storiella infatti, avrà in me una funzione di
confessione, di pulizia dell'anima.
Siamo a
Barcellona, dopo una maratona di tre giorni e tre notti di bagordi,
il nostro allegro convoglio è pronto per trasferirsi nella città
successiva del nostro viaggio. Accade però l'imprevisto, dentro le
auto mancano diversi zaini (poi si scoprirà, come era ovvio, che ci
furono stati rubati). Decidiamo cosi di dividerci, io e Acciaia(se
non sai chi è, leggi i post precedenti) saremmo rimasti con le
macchine, mentre gli altri sarebbero andati a cercare gli zaini nel
campeggio DALL'ALTRA PARTE DELLA CITTA'.
Fu cosi che, nel
quartiere più sconosciuto e disabitato di Barcellona, aspettai ore e
ore e ore. Come ovvio e naturale che fu, ad un certo punto i miei
muscoli sfinterici mi diedero diversi avvertimenti. Comunicata la
notizia ad Acciaia, lei non fece altro che sbuffare e guardare
all'insù come rassegnata agli eventi. Passarono i minuti e io
cominciai a sentire l'urgenza. Feci su e giù per quella strada
deserta in cerca di un qualsiasi bagno, ma nulla. Le uniche due
possibilità erano: un museo (che cosa ci fa un edificio cosi in
mezzo al nulla non lo so) e una specie di costruzione che
assomigliava ai punti di partenza delle seggiovie. Questo
probabilmente non aveva neanche le porte e il museo era chiuso perchè
ormai si era fatta sera.
Io nel mentre sono
in codice rosso e purtroppo sento che il tempo è scaduto, scartato
il bordo della strada, l'unica cosa che poteva coprire le nefandezze
che mi accingevo a compiere era la siepe del giardinetto dei bambini.
Si. Il giardinetto del bambini. Ho dovuto. Ogni tanto il mio sonno è
disturbato da un incubo che vede le madri e i bimbetti la mattina
dopo in quel parchetto da me violato.
Spero che qualcuna
di quelle madri legga questo racconto (fatto molto probabile) in modo
da poter pulire la mia anima dal delitto di cui mi sono macchiato.
Spero che capiscano che non avevo scelta. Perdono, davvero.
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