lunedì 13 maggio 2013

Quasi Cenerentola

Questa settimana il protagonista della consueta storia non sarà il povero Acciaio ormai consumato da mille avventure, bensì ci sarà UNA protagonista. L'occasione è propizia per mettere in evidenza alcuni piccoli ma determinanti aspetti circa i problemi intestinali.
Per proteggere la privacy della nostra eroina, chiamerò la donzella Cenerentola per motivi che poi risulteranno chiari. Siamo in clima post primaverile – pre estivo e Cenerentola è pronta a presenziare alla classica cena di fine anno con tutti i colleghi della sua azienda. Quest'anno però il ristorante non è il solito sotto casa, viene infatti scelto uno splendido agriturismo sulle colline romagnole a circa 50 km dalla “base” (Il bagno di casa, non la casa in sé) e la nostra protagonista divide la macchina con un'altra collega. La cena scorre perfetta: ottimo cibo, vino a volontà e valanghe di pettegolezzi tra colleghe (Quanto di più futile possa esistere, ma va beh, cose mie). Peccato solo che , prima dei saluti finali, tali pettegolezzi si dilunghino all'infinito e il clima collinare si rivela vigliacco e traditor: con il calare della notte si alza un vento che non ha problemi a superare le uniche difese di una gonnellina e una maglietta. “Ho sentito un treno attraversarmi la pancia e ho capito che non era più il momento di attendere”, per Cenerentola inizia un calvario terribile.
Con una poco coraggiosa scusa, ma non per questo mistificatrice – Vado a far la pipì - la nostra Cerry torna dentro il ristorante ed entra nel bagno, pronta per una performance pirotecnica ma si blocca all'improvviso. Alla ragazza si presenta un problema pressochè insormontabile, una diga che non si può oltrepassare: i bagni delle donne sono separati da quelli degli uomini da un muro aperto sulla parte superiore, pochi centrimetri sufficienti per rimandare la resa dei conti.
Ostentando sicurezza, Cenerentola torna fuori con il resto del gruppo ma il suo cervello sta macchinando un piano B, dopo pochi minuti infatti finge una falsa telefonata e con una bieca scusa abbandona le colleghe. “Mio marito non ha le chiavi di casa, devo andare ad aprirgli - Che palle questi uomini oh! - Come il mio figurati! - Tipico, a me sembra di avere un figlio non un marito! - Non perdono la testa solo perchè è attaccata alle spalle e avanti cosi nella trafila di frasi fatte.
In macchina però la ragazza getta la maschera rivelando tutto alla collega al volante, davanti a loro 50 km, Cenerentola in allarme rosso. Spronata a schiacciare l'acceleratore, la collega accompagna Cerry verso casa e tutto sembra concludersi senza morti né feriti......invece no, colpo di scena: posto di blocco. L'affabile militare non riesce neanche a finire la frase: “Ragasse, mò stiamo correndo un po' trop....” Cenerentola lo interrompe intimandogli di fare una cosa veloce svelando l'emergenza. Liberatasi dei militari, la ragazza pensa al peggio (La faccio sui sedili, poi le pago l'autolavaggio; la faccio nel fosso) ma finalmente arriva alla meta, schiva il marito con un gesto atletico e si libera dell'opprimente peso. Liberazione, applausi.
Il destino però deve ancora concludere il suo corso perchè due giorni dopo l'ormai ex Cenerentola viene di nuovo fermata dai Carabinieri: “Toh, vè chi c'è? La mia amica!” Inizia qui un surreale colloquio in cui la ragazza scopre di essere stata tradita dal militare, infatti un collega di questo le chiede cortesemente: “Ma ci tolga una curiosità, alla fine è riuscita a farla a casa o l'ha fatta sul sedile dalla macchina?”. Apoteosi.
In questa storia fatta di menzogne e soprusi, ho capito una cosa fondamentale: se Acciaio fosse stato Acciaia, la vita sarebbe stata infinitamente più complicata. Questa storia sarebbe infatti potuta tranquillamente finire in quel agiato e comodo bagno del ristorante, maledetto fu quel muro aperto.......

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